Solidità patrimoniale e solidità aziendale

La solidità patrimoniale è un aspetto della più generale solidità aziendale, che varia in funzione di più elementi tipici di una realtà aziendale. Un’impresa si definisce solida quando ha un gruppo dirigente capace, un portafoglio clienti ampio ed equilibrato, una struttura produttiva tecnologicamente evoluta, un’immagine affermata, ecc.
Nello specifico, un’impresa è dotata di solidità patrimoniale quando è sufficientemente capitalizzata, cioè dispone di consistenti mezzi propri in confronto a quelli ottenuti con il ricorso al capitale di debito.

Questo aspetto viene misurato attraverso il ricorso ad alcuni indicatori denominati “indici di solidità patrimoniale”. Tali indicatori hanno l’obiettivo di segnalare quanto l’azienda è finanziariamente autonoma, cioè dipendente dagli apporti dei proprietari piuttosto che da finanziamenti di terzi.

Le analisi di bilancio con gli indici di solidità patrimoniale intendono misurare la composizione delle fonti di finanziamento nelle due classi del capitale proprio e del capitale di debito: ad esempio sul totale del capitale investito il capitale proprio è il 40% e i debiti sono il 60%.
Questa misurazione è estremamente importante. Infatti, più la struttura finanziaria pende verso il capitale proprio (rispetto al capitale di debito) meno l’azienda dipende da obblighi contrattuali, aspettative, interessi e percezioni di soggetti terzi.

Da un’altra prospettiva, un basso livello di patrimonializzazione, porterebbe i creditori (stakeholders) a nutrire seri timori in merito al cuscinetto di garanzia che il capitale proprio rappresenta nei loro confronti in caso d’ingenti perdite d’esercizio: queste eroderebbero ben presto il capitale proprio e finirebbero per gravare direttamente su di loro e i loro interessi.

In tal senso la solidità patrimoniale può rappresentare un sintomo di solvibilità dell’azienda nel medio-lungo periodo: più alta è la quota dei debiti da pagare, più aumenta il rischio che il debitore non sia in grado di far fronte alle proprie obbligazioni.

Indice di patrimonializzazione: cosa ci dice

L’indice di patrimonializzazione è il rapporto tra il capitale netto dell’impresa e il suo capitale investito. È un elemento per valutare il bilancio aziendale e calcola la proporzione tra il finanziamento ottenuto con mezzi propri e quello garantito da fonti esterne. Il finanziamento ottenuto con mezzi propri è relativo al patrimonio netto, ovvero la somma di riserve legali, utili portati a nuovo (liquidità non conferita in alcuna riserva), utili di esercizio e capitale sociale che definiscono l’ammontare di risorse utili da utilizzare nell’auto-finanziamento dell’azienda e per coprire eventuali debiti finanziari. Il finanziamento garantito da fonti esterne si riferisce invece al patrimonio acquisito tramite soci, capitali esterni e altri tipi di finanziamento.

La situazione attuale

Il valore di riferimento teorico di questo indice dovrebbe essere superiore al 50%, interpretabile come una situazione di equilibrio tra i mezzi propri dell’azienda ed il capitale di debito. Così facendo si evita una dipendenza eccessiva da terzi, che potrebbe compromettere il controllo della propria azienda, senza rinunciare alle opportunità offerte dalla leva debitoria.

In Italia il tessuto imprenditoriale delle PMI è caratterizzato da una diffusa sotto-capitalizzazione. Ciò denota la tendenza ad un alto ricorso all’indebitamento tramite finanziamenti da parte di terzi in generale e delle banche in particolare, centrali, nel modello attuale, per gli investimenti aziendali.

L’indice di patrimonializzazione individua la percentuale di capitale investito che è coperto da risorse proprie. In questo modo si denota il grado di autofinanziamento di un’impresa, di conseguenza il grado di copertura senza ricorrere a prestiti. In breve: evidenzia la solidità strutturale dell’impresa nel suo complesso ed esprime il grado di indipendenza finanziaria da terzi, in modo particolare dalle banche.

La patrimonializzazione è la capacità che un imprenditore ha di fare esso stesso da banca per la propria azienda.

Vantaggi

Un’impresa con un patrimonio solido o rafforzato può far fronte alle situazioni negative improvvise e contingenti in modo autonomo.
In questo discorso diventa centrale il capitale sociale, indicativo delle risorse su cui l’azienda può contare. Esso è la somma di tutte le risorse, materiali o immateriali, che i soci mettono a disposizione, considerate secondo il loro valore in denaro.
L’aumento del capitale sociale fornisce una maggiore garanzia di solvibilità ai soci coinvolti.

Per le ragioni sopra citate, inoltre, rafforzare il proprio patrimonio aziendale può facilitare l’accesso al credito. Un buon indice di patrimonializzazione rassicurerà i creditori poiché l’azienda si dimostra in grado di fronteggiare autonomamente eventuali perdite, senza comportare rischi per loro stessi.

Come fare? Strategie e mezzi disponibili

L’imprenditore ha a disposizione diverse strade per procedere ad una patrimonializzazione aziendale, come ad esempio:

  • capitalizzare gli utili generati ogni anno;
  • effettuare personalmente nuovi apporti al capitale stesso;
  • rivalutare i cespiti ammortizzati ancora in uso e con un potenziale valore;
  • allargare la compagine sociale dell’azienda.

Data la situazione descritta e la necessità di considerare la patrimonializzazione all’interno della strategia di crescita e di sopravvivenza dell’azienda, Regione Lombardia mette a disposizione risorse economiche sotto forma di contributo a fondo perduto e finanziamento per sostenere le PMI che vogliano aumentare il proprio capitale e investire sul proprio sviluppo.