Il tema dell’inquinamento è diventato, negli anni, sempre più centrale nel dibattito pubblico, portando alla ricerca di soluzioni su diversi livelli. Da qui derivano azioni di sensibilizzazione dei singoli cittadini per un consumo consapevole e un’attività di riciclo, ma anche gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento legata alla produzione da parte delle industrie. Tra i dati più allarmanti troviamo quelli sui rifiuti prodotti dalla plastica, in particolare degli imballaggi, e la mancanza di un ciclo di vita che preveda il riutilizzo o il riciclo di questi materiali.
Plastiche monouso e imballaggi
Uno dei punti cruciali su cui ci si sofferma è l’inquinamento derivato dalla produzione di plastica monouso o con brevissimo ciclo di vita. Al 2020, i dati mostrano infatti come a fronte di un riciclo del 58% della carta e del 70-90% di ferro e acciaio, la plastica viene riciclata solo per il 14%.
Se, da un lato, molti degli imballaggi in plastica non possono essere riutilizzati, dall’altro troviamo una disinformazione tra i consumatori che sono convinti che la maggior parte dei prodotti in plastica possa essere riutilizzata e, per questa ragione, in fase di acquisto non si accerta che il prodotto o il packaging possano essere effettivamente riciclati. Oltre a questo, nonostante esista una domanda di PET riciclato, contenuto nelle scatole blister, questi imballaggi non vengono riciclati poiché non vengono raccolti separatamente e la maggior parte degli impianti di recupero non è in grado di separare gli imballaggi dal resto dei rifiuti. A ciò è da aggiungere che anche se correttamente raccolti o separati da altri rifiuti, le etichette presenti su di essi così come i residui di cibo possono essere difficoltosi da rimuovere, rendendo il riciclo ancora più complesso.
Le conseguenze sull'ambiente e la salute
Secondo l’OCSE ogni anno sono generati 353 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica e il 40% di questi è costituito dal packaging per il cibo. Si stima che ogni cittadino europeo produca 34,6 chili di rifiuti di packaging in plastica. Questo tipo di packaging è estremamente versatile: permette che il prodotto contenuto al suo interno sia visibile dall’esterno, permette una maggiore conservazione dei cibi, è leggero e, pertanto, costituisce un minore impiego di energia e di carburante durante il trasporto. Per questa ragione è difficile da sostituire con materiali che abbiano un ciclo di vita maggiore e permettano il riciclo o il riutilizzo.
La creazione di un’economia circolare della plastica contribuirà ad un sistema più sano a livello ambientale e personale. Le conseguenze devastanti del mancato riutilizzo della plastica impattano infatti non solo gli ecosistemi marini, ma anche direttamente la vita delle persone. Si stima che ogni anno nei paesi in via di sviluppo muoiano dalle 400.000 a 1 milione di persone per cause legate all’inquinamento da plastica. E non solo: ogni settimana ognuno di noi ingerisce 5 grammi di plastica attraverso la catena alimentare e dell’acqua.
La situazione è critica e negli ultimi anni la richiesta di petrolio per la produzione di plastica è cresciuta, mostrando un trend in contrasto con gli obiettivi di sostenibilità.
Incentivi per il riciclo e il riutilizzo della plastica
La sensibilizzazione verso il tema non passa solo attraverso le statistiche: l’Unione Europea, lo Stato italiano e le Regioni intendono sostenere e premiare i comportamenti virtuosi delle aziende attraverso incentivi su diversi aspetti e diverse fasi della produzione e del riciclo.
Ri.circo.lo
Un bando proposto da Regione Lombardia per incentivare le PMI del territorio lombardo a migliorare la gestione dei rifiuti nelle filiere della plastica e del tessile. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto del 50% per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- Riduzione della produzione dei rifiuti (t/anno);
- minor utilizzo delle materie prime (t/anno);
- utilizzo di sottoprodotti o prodotti da "End of Waste" in sostituzione di risorse/materie prime (t/anno);
- incremento di rifiuti riciclati o avviati al riciclo (t/anno).
Il bando è attualmente aperto, fino al 3 settembre 2024.
Credito d’imposta per l’acquisto di materiali di recupero
Un’agevolazione rivolta a tutte le imprese italiane che abbiano acquistato:
- prodotti realizzati con materiali proveniente dalla raccolta differenziata degli imballaggi in pastica
- imballaggi primari e secondari biodegradabili e compostabili in carta e cartone non stampati o in legno non impregnati;
- imballaggi primari e secondari derivanti dalla raccolta differenziata della carta;
- imballaggi primari e secondari derivanti dalla raccolta differenziata dell’alluminio;
- Imballaggi primari e secondari derivanti dalla raccolta differenziata del vetro.
Il credito d’imposta del 36% delle spese ammissibili può essere richiesto nell’anno 2024 per spese effettuate nel 2023 e nell’anno 2025 per spese effettuate nel 2024.
Fonti:
https://it.allianzgi.com/it-it/insights/news/il-potenziale-degli-imballaggi-sostenibili
https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2024/05/21/117/sg/pdf